Questo tipo di intervento è eseguito anche per altri fini e non solo per la rimozione, permette infatti: di diagnosticare il cancro (biopsia), individuarne lo stadio di avanzamento, rimozione localizzata dello stesso, curare o ridurre le conseguenze negative che ne derivano e rimozione preventiva del tessuto che potrebbe svilupparsi in un cancro.

La chirurgia oncologica è un intervento loco-regionale, quindi viene eseguito nella zona specifica in cui è presente il cancro senza interessare l’intero organismo.

La finalità principale è quella della rimozione delle cellule tumorali, quest’ultime non sono altro che cellule che perdono il controllo della propria crescita e/o che perdono il controllo delle proprie funzioni. 

Il tipo di anestesia eseguita è in genere: locale o loco-regionale; tuttavia, potrebbero verificarsi dei casi in cui è necessaria l’anestesia spinale, epidurale o generale.

Successivamente all’effetto di quest’ultima, in base al tipo cancro, la chirurgia può consistere in: rimozione totale del tumore nel caso in cui sia localizzato in un’area specifica, oppure riduzione del tumore nel caso in cui il cancro sia grande al punto di danneggiare l’organo in caso di rimozione totale.

Il post-intervento dipende dal tipo di operazione a cui il paziente è stato sottoposto; tuttavia, nella maggior parte dei casi è necessario un ricovero per monitore le funzioni,

nei primi giorni è normale avvertire sonnolenza, debolezza e confusione.

Terminato il ricovero è possibile il ritorno a casa con ulteriori giorni di riposo, terminati i quali è possibile il ritorno alle normali attività, sono comunque previste ulteriori visite di controllo e per la rimozione dei punti.

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